PUSSY RIOT LIBERE!!!

Il popolo Russo è, relativamente, in protesta per quello che sta succedendo alle tre ragazze del gruppo punk femminista “Pussy Riot” arrestate dopo una performance nella cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca con l’accusa di vandalismo e istigazione all’odio religioso. La “preghiera anti-Putin” ha portato il tribunale di Mosca a condananre Nadia, Maria e Yekaterina a sette anni di carcere!! Tutti il mondo si è mobilitato, dalla gente comune alle stelle del Rock, da New York a Mosca.

Ma dov’era tutta la gente russa? Quale migliore occasione? Tre ragazze, di cui due gia madri, hanno avuto il coraggio di sfidare il dio Putin rischiando di non poter crescere i propri figli e soprattutto la condizione necessaria per vivere : la libertà!

Le ragazze non sono assolutamente pentite di quello che hanno fatto, anzi. I principi della libertà di espressione e del libero pensiero in Russia non esistono , si prenda in esempio anche l’accusa fatta a Madonna per aver fatto espliciti riferimenti all’omosessualità, che ovviamente in Russia è un reato.

E’ ora che il popolo russo, come tutto il mondo, si svegli e che prenda come “propria” l’accusa fatta alle Pussy- Riot, che le difenda e che inizi una vera e propria rivoluzione contro Putin e il sistema Russo che oltre ad opprimere le menti, a quanto pare, le sopprime.

PUSSY-RIOT LIBERE!

 

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La 194 non si tocca, tantomeno si discute!

Oggi, 20 giugno 2012, la Corte Costituzionale si discute la legge che sancisce il diritto all’aborto : la 194/1978. Precisamente è stato riportato, da un giudice minorile di Spoleto, che l’articolo 4 è in contrasto con alcune direttive della Corte Europea sui diritti dell’embrione. Oltretutto si è messa in discussione la costituzionalità della 194, cosa che dopo trentaquattro anni, risulta inconcepibile. Tale dubbio nasce dopo che il giudice viene chiamato a valutare il caso di una ragazza minorenne, relativo ad una esplicita richiesta di interruzione di gravidanza.

Sembra assurdo, che dopo decenni di lotta per l’autodeterminazione, un diritto così importante debba essere ancora veicolato da una richiesta che è sempre seguita da una morale vagamente paterna! Sembra assurdo che una persona completamente estranea alle nostre vite possa decidere liberamente cosa farne!

Se poi è una ragazza che giuridicamente “non è capace di intendere e di volere” i problemi e la frustrazione personale raddoppiano, così come i luoghi comuni. Allora, perchè non vi chiedete il motivo per cui succede? L’educazione sessuale e sulla prevenzione sono argomenti che il vostro Stato non  ha mai preso in considerazione, offuscato da una morale cattolica e proibizionista. Ma questa non è la realtà dei fatti.

Ragazze, donne che continuano ad elemosinare diritti. Uno Stato che colpevolizza piuttosto che colpevolizzarsi, che punisce e non previene, che giudica e mette in discussione decisioni prese gia trentaquattro anni fa da un popolo intero…è uno Stato che non rispecchia le nostre volontà!

L’art. 4 della 194/78 così cita :

“Nei primi novanta giorni di gravidanza il ricorso alla IVG è permesso alla donna che accusi circostanze per le quali la prosecuzione della gravidanza, il parto o la maternità comporterebbero un serio pericolo per la sua salute fisica o psichica, in relazione o al suo stato di salute, o alle sue condizioni economiche, o sociali o familiari, o alle circostanze in cui è avvenuto il concepimento, o a previsioni di anomalie o malformazioni del concepito.”

Siamo disposte a rimanere immobili di fronte a questi soprusi?

Siamo disposte a rinunciare alla nostra autodeterminazione e alla libertà di scegliere sui nostri corpi?

NOI NO!

 

 

 

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Abbiamo un sogno antifascista…

Esiste un grande preconcetto per cui le donne non amano il calcio, non lo seguono, non lo praticano. Nel corso degli anni, però, sono sempre di  più le donne che si sono interessate e hanno iniziato a praticare questo sport, facendo ridefinire l’idea per cui il calcio è solo una cosa da uomini.

http://vimeo.com/43344803

Quando invece si parla di calcio come sport Nazionale, Europeo e Mondiale , noi donne siamo fiere di non farci parte! Di non sostenerlo! Di non praticarlo! Quale esempio migliore degli Europei 2012. Oltre alle varie  proteste portate avanti dalla Femen per quanto riguarda lo sterminio di più di 25.000 cani e le varie speculazioni che tutte/i conosciamo ( il calcio è uno dei terreni più fertili del capitalismo) ce ne sarebbe una da fare, la più grande. Niente simbolismi, ne pacifismi, niente striscioni o cori quando si tratta di fascisti, o ancor peggio nazisti, la risposta dovrebbe essere una : la violenza!

“La storia insegna che l’unico modo di rispondere alla violenza è la violenza. La sola soluzione possibile sarebbe quello di sostituire all’uso delle armi l’uso della parola”. Quando ti trovi davanti a primati del calibro di questi nazisti che le parole non le sanno usare se non per inneggiare, con cori costruiti dal capo clan, a una sola razza e alla violenza, quali parole usereste? Bisognerebbe fargliela provare sul serio la violenza, la sensazione di non essere liberi , di urlargli dietro tutto l’odio che loro usano contro i “negri”, i mulatti, le “scimmie” come le chiamano loro. Esistono sempre colpevoli per le istituzioni, tranne in questi casi. Il colonello intervistato dice che i tifosi non fanno assolutamente saluti nazisti o riferimenti xenofobi, “ma sono solo modi per attirare l’attenzione dei giocatori”. Le istituzioni fanno fatica a mobilitarsi, ma negare pienamente l’evidenza è qualcosa che, in questo caso, non ci aspettavamo.

Sappiamo già quanto costa alla maggior parte degli sbirri andare negli stadi a lottare con chi sostiene la loro stessa ideologia, ma è il loro lavoro che quasi sempre non portano a termine. Noi sognamo un altro tipo di giustizia su quegli asfalti, su quelle tribune.

Violenza Organizzata. Meditata. Uno stadio pieno di Africani, di donne e uomini antifascisti incazzate/i al punto giusto. Uno stadio pieno di Ebrei  antisionisti, pieno di amore da difendere. Devono ricevere lo stesso odio. Questi energumeni sono quelli che violentano, stuprano, picchiano, uccidono. E si allenano per farlo (guardate tutto il video) e se la giustizia, come sempre, non risponde allora organizziamoci. Siamo più di loro, lo siamo sempre stati.

Il loro disagio lo si percepisce solo guardandoli in Tv. Fanno pena, paura, schifo.

A tutti gli antifascisti ,invece, vorremmo chiedere una cosa: è questo è il vostro calcio? Sono queste le squadre mute e indifferenti, che accettano di andare a giocare in certi posti, e a cui fate il tifo? Sono questi gli uomini che imitate quando andate allo stadio? Forse non usate inni nazisti o razzisti, ma riproducete più o meno la stessa cosa, lo stesso stereotipo di “ultras”.

La violenza vabbene, si. Ma contro i violenti, contro i fascisti, contro il potere. Non esiste nessun altra situazione per cui torneremmo a metodi primitivi. Non canteremmo mai cori che minimamente potrebbero farci somigliare a dei fascisti! Non canteremmo mai per un ideale patriottico! Quando lo sport non è più sport, che senso ha stare su quegli asfalti ad urlare, se non per sostenere la “propria maglia”, la “propria squadra” la propria Nazione? Se le donne se ne disinteressano non è di certo perchè esistono cose da uomini o cose da donne. Esistono cose per cui bisogna “restare umani”, indipendentemente dal sesso.

Allora svegliatevi, odiateli..ma col cuore!

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Odio e pretendo. A Melissa

http://www.repubblica.it/cronaca/2012/05/20/news/brindisi_due_sospettati_in_questura_la_pista_quella_del_terrorismo-35510668/

Sarebbe stata una mossa troppo azzardata pensare che un atto così poco umano, senza “motivazioni adeguate”, appartenesse alla Sacra Corona Unita. La mafia; lo Stato, i suoi servi, i suoi strozzini…non si sporcherebbero mai le mani di sangue per un’idea poco etica, poco condivisa. Si deve sempre credere e diffondere la cultura del consenso. Quel consenso che distrugge Nazioni, paesini di provincia. Che sia con leggi o intimidazioni, per etica o per paura, per professione o per interessi.

Io non acconsento, tantomeno dissento a nulla. Io non ho potere, tantomeno lo voglio. Ma odio chi lo ha, chi se lo prende, chi non aspira ad altro. Questo è un odio sentimentale, passionale…definitelo come vi pare. Ma mi sento doppiamente offesa: come donna ed essere umano! Sento ogni giorno di fascisti, minacce agli stranieri, agli omosessuali, di stupri, di morti insensate. Se questo è il vostro essere umani, io me ne vergogno. Se questo è il vostro consenso, io non lo appoggio. Non sono la santa e di sicuro sarò una donna che odia, di quelle che “non sono belle da vedere!”. Ma ci sono abituata. Sono donna e questo sistema vuole che lo sia a modo suo, cioè non essendolo.

Ma il punto è un altro,io voglio giustizia sociale! Quella amata, desiderata, sentita, voluta. Quella dell’operaio e dell’operaia che sudano sangue ogni giorno, quella del cittadino, quella della paesana. La mafia, quanto lo Stato, ha una paura fottuta delle donne. Se non sono esclusivamente i loro oggetti, sono le loro migliori confidenti a cui si può dire tutto, in cui si può sperare nei consigli e nella fedeltà. Per questo sono pericolose e da tenere a bada. Allora è a voi che urlo queste parole scritte distrattamente alle sei del mattino : ribellatevi. Insegnate l’arte di essere donna. Insegnatela agli uomini quanto alle donne. Non siamo ancora pronti a renderci giustizia…sono solo le sei del mattino.

A Melissa. Alla rabbia dei suoi cari e dei suoi amici. Al mio odio.

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L’utero è mio e lo gestisco io!

 

Oggi, 13 maggio 2012, a Roma sfilerà la “Marcia per la vita”. Una marcia pro-life, organizzata da Militia Christi & Co per dire “no” all’aborto e all’uso di anti-concezionali. Pro-life, proprio così! Movimento per la vita, ma non si sono mai chiesti cosa volesse dire per le donne la 194? Non è certo omicidio di massa quello delle donne che abortiscono perchè rimaste incinte dopo una violenza,come non lo dovrebbe essere quando non si può tenere un figlio perchè non si arriva a fine mese, oppure semplicemente per scelta, perchè è questo che si vuole condannare: LA LIBERTA’ DI SCELTA SUI PROPRI CORPI!

Il potere è stato da sempre una minaccia per il “corpo”; ha sempre avuto il bisogno di plasmarlo e controllarlo per assicurarsi obbedienza e assoggettibilità, dimenticando anche le lotte di chi il proprio corpo non ha voluto, e non vuole, metterlo in vendita! Appoggiare il movimento pro-life, significa appoggiare una logica sempre più in voga che di “pro-life” ha veramente poco; la logica dell’imporre,del distruggere quello che è stato conquistato e del decidere sulle vite altrui senza chiederne pareri.

La scelta di diventare madre è difficile tanto quanto quella di non diventarlo! Non serve una morale prettamente cattolica a cercare di far sentire ancor di più in colpa le donne che decidono o non possono avere figli! La gerarchia cattolica è formata prevalentemente da uomini… cosa ne possono sapere loro? E’ così facile parlarne quando non si devono affrontare i dolori e le responsabilità!

La cosa ancor più vergognosa, ma non stupefacente, è che a partecipare alla marcia ci sarà anche la Mennuni, Ministro per le Pari Opportunità di Roma. Noi non ci vediamo niente di equo e di “pari” nel decidere di schierarsi con le milizie cattoliche. L’ulteriore prova che le “pari opportunità” in Italia, come altrove, non sono che figure istituzionali inutili, se non inesistenti come in questo caso. Ma la Mennuni si spinge anche oltre,ecco le sue dichiarazioni: http://www.marciaperlavita.it/2012/05/01/la-marcia-per-la-vita-ha-ottenuto-il-patrocinio-di-roma-capitale-intervista-a-lavinia-mennuni-delegato-del-sindaco-per-le-pari-opportunita-e-per-i-rapporti-col-mondo-cattolico/.

Siamo di fronte all’ennesimo tentativo di repressione e di controllo sui corpi delle donne, un ulteriore forma di terrorismo psicologico . Dobbiamo continuare a combattere non solo per i diritti che non abbiamo, ma anche per quelli conquistati con lunghissime battaglie! In tempi di crisi il rischio maggiore è quello di regredire sempre di più e gli ultimi fatti di Roma ( ritrovi neo-nazisti , Alemanno che appoggia Casapound etc…) compresa questa marcia, ne sono la prova vivente!

Questa non è solo una questione di genere o sesso! Qui si parla di diritti conquistati che hanno segnato l’emancipazione dell’intera popolazione femminile e che ancora una volta vengono minacciati e oltraggiati da una casta che delle donne ha paura! Questa, per noi,è una dichiarazione di guerra. Dopo varie parate di questi movimenti, la Marcia Nazionale ha segnato un vero e proprio allarme.

NON SARETE VOI A DECIDERE SUL MIO CORPO, non avrete mai il potere per farlo!

L’UTERO E’ MIO E LO GESTISCO IO!

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Il 25 Aprile non è un giorno da strumentalizzare!

Il 25 Aprile si avvicina e noi donne Antifasciste e Antisessiste sentiamo l’esigenza di esprimere il nostro dissenso più assoluto per la presenza, nella provincia di  Pesaro-Urbino,del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.Nel giorno del ricordo della Liberazione d’Italia , una Provincia con la memoria storica della nostra portata, invita a braccia aperte l’uomo che appoggia questa crisi e abbassa la testa di fronte ai poteri internazionali.

La manipolazione di questo giorno da parte di figure Istituzionali del calibro del nostro Presidente, non rispecchia lo spirito e la veridicità della storia! Discorsi fatti da figure che stanno portando al collasso il nostro Paese. Nomi di donne e uomini combattenti, infangati da bocche immeritevoli che per tenere a bada una popolo e per mantenere il potere, si rifanno a gesta eroiche e a onori che, di certo, non gli appartengono; dimenticando però quanto il popolo Italiano fosse unito da nord a sud,da est ad ovest, da sesso a sesso. L’unica vera unità che l’Italia abbia mai conosciuto.

Parità conquistate  in silenzio da donne a cui il ricordo Istituzionale, ma soprattutto i libri di Storia e l’insegnamento, non hanno mai riconosciuto la tessitura della rete della Resistenza.
Donne staffette,infermiere,combattenti,madri,mogli… donne che non si tirarono mai indietro di fronte al pericolo; che passavano da paese a paese, da montagna a montagna; donne da cui dipendeva il destino di centinaia di uomini; donne che non hanno avuto medaglie e a cui non interessavano i meriti. Ma sempre donne dimenticate.

In ricordo di queste donne e di tutti gli uomini che lottarono per la Liberazione, non contesteremo fisicamente questa “parata”. Anzi, ricorderemo a modo nostro, senza bisogno di medaglie o retoriche, quest’importantissimo giorno.
Da sottolineare, inoltre, quanto la decisione di permettere ai neo-fascisti di Forza Nuova, di manifestare in piazza contro il presidente della Repubblica, ci sembra ancor di più dettata da una finta cecità di fondo. Condanniamo ogni minaccia alla libertà, alla persona per motivi di sesso, razza o religione, rispettiamo qualsiasi pensiero, ma una cosa è certa :  SIAMO TUTTE/I ANTIFASCISTE/I!
Una tale provocazione da questi gruppi che inneggiano all’odio e alla violenza è inamissibile, tantopiù il 25 Aprile.

In nome e in ricordo delle Partigiane/i.

Collettivo Drude

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L’ Ex-Skorpio sgomberato…è solo l’inizio!

Questa mattina, ad un giorno dall’ Assemblea che prevedeva la partecipazione delle forze politiche e dell’associazionismo cittadino, le forze dell’ordine hanno sgomberato lo spazio occupato dell’ “Ex-Skorpio”. Riteniamo che l’accaduto dimostri, per l’ennesima volta, la mancanza di una volontà di dialogo e l’incapacità da parte dei dirigenti dell’Ersu di rispondere alla carenza di spazi a cui le varie associazioni in mobilitazione hanno proposto una soluzione.

“L’Ex-Skorpio” è principalmente uno spazio pubblico in mano all’Ersu che, da quanto abbiamo appreso dall’incontro successivo allo sgombero, si vuole consegnare in mano a dei privati. E’ questa l’unica vera risposta che abbiamo ricevuto in quasi una settimana di occupazione. Abbiamo cercato un dialogo con l’Amministrazione Comunale e con l’Ersu, ma sino ad oggi nessun segnale, neanche negativo. Il motivo? Ci si è lavati le mani considerando le richieste di spazi, e la conseguente occupazione data da questa continua indifferenza, come una questione prettamente legata all’ordine pubblico. Un problema che si risolve con uno sgombero. Di fronte ad un validissimo progetto realizzato in due giorni, un progetto condiviso dalle varie realtà e che dimostra l’effettiva necessità di spazi, la risposta è stata “sgomberiamo!”. Era uno spazio vuoto che abbiamo cercato di riempire secondo una logica costruttiva e di condivisione. Uno spazio che, in questi giorni, è stato rimesso a nuovo grazie al lavoro costante di tutte/i noi. Oggi ha iniziato a “rivivere” quello stato di abbandono e di degredo in cui l’abbiamo trovato.

Associazioni, studenti e singoli senza spazi sociali e una struttura vuota costruita con soldi pubblici. Esiste una logica dietro questa indifferenza? Chiediamo alle istituzioni di darci risposte adeguate e quale miglior occasione dell’Assemblea pubblica di domani in Piazza della Repubblica. Vogliamo che le risposte siano a disposizione della cittadinanza tutta,degli studenti e delle varie realtà.

La frustrazione di questa mattina non fermerà una lotta iniziata da parecchi mesi. L’indifferenza non riuscirà a placare la sete di spazi.

La lotta è appena iniziata!

 

 

 

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Un pensiero per l’8 Marzo

A tutte le donne del Sud
A Simona. A chi combatte e si ribella
A tutte le donne del mondo che subiscono soprusi.
A chi è da sola con un figlio e a chi lotta per riuscire ad averne uno.
A chi il figlio non lo può tenere e a chi non lo vuole avere.
Alle bambine-spose e alle ragazze-madri.
A tutte coloro che portano il “marchio” di una società patriarcale.
A chi è stata violentata, uccisa e massacrata.
Alle donne che non accettano la mafia e lo Stato.
A tutte voi oggi va un pensiero.
“Resistere all’8 Marzo per resistere tutti i giorni!”

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Ragazza di paese

http://www.corriere.it/cronache/12_febbraio_27/gioia-tauro-ventottenne_af3923c2-6165-11e1-8325-a685c67602ce.shtml

La scomparsa di un ragazzo nella piana di Gioia Tauro, viene ricondotta al rinomato,quanto arcaico, “delitto d’onore” . La mentalità volutamente chiusa, l’emarginazione, l’ignoranza in cui cercano di tenere questa terra,la condizione delle ragazze/donne, sono lo specchio di un disagio e di un abbandono che spesso portano alla “fuga dei cervelli”,che solo nel 2005  ha strappato alla Calabria 277.000 giovani; 277.000 possibiltà di rinascita per una terra lasciata in balìa del proprio destino. Le motivazioni sarebbero: maggiori opportunità di lavoro, curiosità e intraprendenza, vivacità culturale (http://www.eurispes.it/).  Non dimentichiamo il fattore della “cultura mafiosa”, che con le nuove generazioni (anni “80) sembrava potesse scomparire. Analizzando la realtà è evidente come la maggior parte dei “nuovi giovani” stia tornando indietro nel tempo : atteggiamento mafioso ( dato anche dai media, che con le fiction squallide dipingono i boss della mafia come uomini di rispetto,veri uomini), un’alta percentuale di ragazze non continua gli studi e preferisce fare lavori come la parrucchiera o l’estetista. E’ da riconoscere come molti giovani,però,cercano di sfidare e cambiare le cose attraverso attività culturali e di informazione. Ma il futuro della Calabria è in continua fuga.

Di seguito vengono riportati i pensieri della ragazza, frutto della fantasia di chi conosce le storie quotidiane di queste terre dimenticate, che ha avuto il coraggio di denunciare il padre ed il fratello. Sicuramente non avrà più una vita facile e sicuramente ,come da copione,non l’ha mai avuta.

 

“Sei mesi dopo i miei  18 anni. Finalmente era arrivato il mio momento,tutto doveva essere perfetto come in ogni favola che si rispetti. Nel mio giorno ero io la sposa,la maritata,la scelta,la fortunata. Finalmente potevo avere una vita mia,non dovevo più nascondermi,vergognarmi o preoccuparmi per quello che la gente diceva. Ho conosciuto lui e me ne sono innamorata sin dal primo momento. Aveva gli occhi della mia speranza. Ho scelto il mio abito da diecimila euro,la casa era pronta e i miei cinquecento invitati non aspettavano altro che me! Quant’ero innocente? Quant’ ho dato per la mia libertà che mai mi sono goduta!
Non amavo te,eri solo lo specchio della mia voglia di evadere,eri l’unica strata chi potìa pijjari.
Jeu non haju patri,nè maritu,non haju chiu amuri,nè patruni.
Jeu nd’eppi sulu a tia ntra sta vita chi ormai finìu,chi non avi chiu paci.
Jeu su na puttana,sì!Pecchì t’amai?Potarrìa esseri l’unica puttana du mundu,se solo servisse a riportarti indietro. Non basta il mio amore, neanche quello sporco che mi hanno etichettato.
Ed è chistu chi mi meritu jeu oji?Signuri meu,pecchì propriu idu?
Ero innamorata, ma non avevo mai conosciuto l’amore.
Mi jettai ntra i  vrazza i chidu “nenti” pensandu ca era nu miraculu,ca era a libertà!
Che stupida concezione di libertà,ma era l’unico modo che avevo.
Mio padre era geloso,un tipo particolare,che rifiutava la modernità.
Non sapeva nemmeno cos’era la gelosia,la sua è sempre stata paura e vergogna! Si usa così…altrimenti si sulu na zoccula
Invece no : io sapevo cucinare,stirare e stare a casa ed erano, anche, le uniche cose che mio marito sapeva di me. Poteva bastare. Non doveva sapere nient’altro, ma soprattutto non DOVEVO sapere nient’altro. Io dovevo rimanere a casa e lui doveva andare a sbrigare gli affari al nord. Cosa mi doveva servire? Cosa dovevo conoscere del mondo? Avevo vestiti ed elettrodomestici di marca. Che mi mancava?
Dieci anni i focu e i mpernu,anni i solitudini,i paura. Fino a quandu l’occhi mei non ti vittaru e u cori meu ti ntisi! Finalmente! Dov’eri stato prima? Chi facivi? A cu pensavi? Quando ho sentito il vero sapore della libertà, quando a fiavuru toi mi dezzi tutto a na vota, volìa mejju u moru!
Non mi vergognavo più, nonostante ero sposata e cu du fijji! Non mi preoccupavo più,era come se chid’anni che quelle  bestie mi hanno cacciato, quell’adolescenza che profumava di freschezza fosse arrivata proprio in quel momento. Non ero mai stata di nessun altro! E non vojju u viju chiu a nessuno! Se scarcerano mio fratello, mi ammazzerà per averlo denunciato. Fussu a madonna :vojju u tornu ntre vrazza toi! Mi dassasti ntra stu focu!Ma no?Chi dicu?Finchè non viu a sofferenza ntra l’occhi i tutta sa malarazza,non pozzu moriri cuntenta. Mio padre per primo, deve conoscere da vicino quello che sto passando e provare ogni giorno la paura che provavi mentre ti puntava la pistola in fronte. Uomo e uomini di rispetto! Gente da salutare per strada e a cui chiedere favori! Volarrìa mejju u moru i fami a menzu a na strata,vollarrìa u su a prima puttana…ma mai,mai chiedere niente a sta razza brutta!A stu schifu i cristianu! Quali rispetto?? Cosa meritano? Tu che c’entravi? Al massimo ero io quella a dover pagare,a doversi vergognare e da dover punire! Tu mi amavi e sapevi a cosa andavi incontro! Ma hai continuato ad amarmi,senza vergogna. Ed io senza vergogna continuerò a piangerti e ad urlare contro questo maledetto Cristo che mi ha messa al mondo così sbagliata e con troppe pretese. E bestemmierò finchè non viu a patrima peniari finu a l’ultimu di jorna soi!L’onore è tutta n’atra cosa,è chidu chi ti portu e ti mantegnu jeu,fina a davanti o campu santu. L’onore è coraggio,quello che mio padre e le bestie come lui non hanno e non avranno mai!L’onore è non doversi nascondere per vivere. L’onore è non scappare lasciando il proprio figlio nel burrone.
Non esisterà mai giustizia per te,ne per me. Se è veru chidu chi dinnu…pe sti cruci chi u Signuri mi dezzi in vita,mi aspetterà in ugual modo la felicità… assieme a te! Vivremo in pace dove nessuno ci farà mai del male. Io puttana e tu martire.

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Cineforum ‘Donne e Fabbrica’

Il Collettivo Drude inaugura il primo ciclo di proiezioni del cineforum ‘Diversità e Devianza’ presentando il tema ‘DONNE E FABBRICA’.

L’intento è quello di stimolare una riflessione di genere sulla condizione di precarietà permanente che investe le classi più deboli, partendo dall’analisi cinematografica di lungometraggi che vedono come protagoniste donne che hanno lottato contro lo sfruttamento e per la difesa dei propri diritti sindacali.

Lo sviluppo di una manodopera femminile in Italia nei primi anni ’40 che millantava di slegare le donne dalle responsabilità di cura familiare e domestica ha veramente portato ad una forma di emancipazione sul piano del welfare?

La ristrutturazione del processo di accumulazione profittuale a scapito del movimento operaio e la diffusione del modello Pomigliano d’Arco, Mirafiori e Faenza all’intero paese, sta riproponendo una divisione tra i generi e le etnie che porterà ad una nuova-vecchia forma di autoritarismo?

***

LE PROIEZIONI AVRANNO LUOGO TUTTI I MARTEDI’ DALLE ORE 21,30 PRESSO L’AULA ESTERNA 3/4 DEL COLLEGIO TRIDENTE.

PROGRAMMA:
14 febbraio: WE WANT SEX
(Nigel Cole, Gran Bretagna, 2010, 113′)

21 febbraio: BORDERTOWN
(Gregory Nava, USA/Gran Bretagna, 2007, 115′)

28 febbraio: BREAD AND ROSES
(Ken Loach, Gran Bretagna, 2000, 112′)

6 marzo: IN QUESTO MONDO LIBERO
(Ken Loach, Gran Bretagna/Italia/Germania/Spagna, 2007, 96′)

A seguire: riflessioni sull’8 marzo (videoproiezioni e dibattito)

13 marzo: LOUISE-MICHEL
(Benoit Delépine, Francia, 2008, 96′)

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